Spoiler Capitolo 109 - Proibito

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MEGA SPOILER PER FESTEGGIARE IL 2010!!!
(diciamo che questo è il capitolo... a derivata massima! :-P)

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109 - Inesorabilmente

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Carl

-Che vuoi?-, avevo domandato al lupo, ben intendendo che non avrei avuto una risposta.

Invece il suo corpo nerboruto aveva iniziato a vibrare sempre più forte, trasformando il tremore in spasmi sempre più frequenti, finché lui si era spostato dietro una grossa felce e lì si era trasformato.

Nella penombra della fitta boscaglia, ai miei occhi era apparso un giovane dalla carnagione olivastra, dagli occhi neri come il cielo senza stelle e l’espressione addolorata e sconfitta.

-Jacob...-, avevo sussurrato

Esme

-Esme, capisci? Lui verrà qua... lui... Oh Signore! [...] Io avevo… sbagliato!-, compresi più delle parole sconnesse che disse e mi rassegnai al suo errore. In quell’istante, di nuovo, una visione se la portò via.

-Lui verrà qua… lui verrà qua e si farà ammazzare…-, sussurrò stretta al mio petto e fu allora che il mondo crudele si incurvò tutto e ci divorò, disperdendoci nell’oscurità del terrore.

Bella

Mi ero avvicinata all’infermiere e gli avevo posato una mano sulla spalla.

-Mi dispiace-, avevo sussurrato fingendo un’espressione mortificata e gli avevo porto la mia birra.

-Non è colpa tua, Bella! E’ che... Aro ti voleva a tutti i costi ed io sono rimasto vittima dei suoi sporchi piani e adesso anche lei...Se solo le ha fatto davvero del male, io... -, aveva afferrato il boccale che gli avevo porto e, senza pensarci due volte, aveva tirato giù un sorso enorme.

Potevo vedere le benzodiazepine del Valium brindare con i neuroni di Bernard e, senza riflettere troppo sulle possibili controindicazioni che avrebbe potuto causare, gli avevo offerto altra birra.

[...]

-Carl...-, avevo iniziato a parlare e, senza rendermene conto, a piangere sommessamente; -Ciao, Carl... Amore... sono tre giorni che cerco di parlare con te [...] E’ così difficile da dirsi... da dirtelo, perché tu potresti non capire... non accettare... Vedi... è che io... che noi...-

Carl

Avevo ascoltato quella registrazione cinque, sei volte, immobile al centro dell’atrio dell’aeroporto di Seattle. Quella era la settima, forse e, come le precedenti, si era interrotta a metà quando lo spazio a disposizione sulla mia segreteria telefonica si era esaurito. Non stavo respirando e rimanevo fermo immobile mentre il resto del mondo continuava a ronzare attorno a me come se fossi stato il nucleo di un atomo impazzito.

Non era possibile.

Non poteva essere possibile... non poteva...

Bella

Avevo fatto solo pochi passi, quando un’auto con i vetri neri si avvicinò a me e il finestrino si abbassò.

-Isabella Swan?-, domandò la voce di un vampiro, perché lo sapevo che una voce simile non poteva che appartenere ad una di quelle creature così misticamete affascinanti e pericolose. Non risposi e mi limitai a guardare il mio interlocutore, che uscì dall’auto e mi porse la mano.

-Piacere, il mio nome è Ferdinando e, se me lo permette, avrei il compito di portarla alla nostra reggia-, disse con grande eleganza ed io, stringendo quella fredda mano così simile, eppure così diversa da quella del mio Carlisle, non potei esimermi dal segurilo.

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